Stamattina sveglia presto ci aspettta la colazione alle 7.30. Il gestore dell' hotel ci ha dato la possibilità di fare colazione dalle 7.30, cosa inusuale da queste parti, in genere la colazione è disponibile negli hotel dalle 8.00 questo però per chi viaggia in bici comporta dei problemi, vuol dire non riuscire ad essere in sella prima delle 9.
E' anche vero che partire troppo presto in certi casi, come oggi, può essere un problema specilmente quando le temperature al mattino come in montagna sono molto rigide. Infatti guardando fuori il panorama brinato e scopriamo che ci sono -6 gradi.
L'albergatore ci consiglia di aspettare le 9.00 per partire, noi cerchiamo comunque di anticipare, ma la ruota forata del mio carrello e il tempo necessario per la sostituzione fa si prima delle 9 non riusciamo a partire.
Ci bardiamo bene bene per coprirci dal freddo con tutto quello che possiamo, non riesco a capire come mai questa foto ha suscitato così tanta ilarità in Lorenzo... Forse per la sua anima Siciliana più incline al caldo che al freddo o per la sua iniziale proposta di andare verso il mare da me ovviamente disattesa? O forse perchè era talmente vestito che non riusciva neanche a muoversi? Non sembro forse perfettamente a mio agio in questa foto? Effettivamente ci aspettano 41 km di leggera discesa sino a Saint-Michel-de-Maurienne prima di iniziare l'ascesa verso il Col du Telegraphe e partire in discesa con temperature negative non è proprio il massimo, ma a me in fondo non dispiace, quando si parte per andare a sciare tante volte è molto peggio.
I primi km sono quasi tutti in ombra, poi un po' di sole, ma a piccole dosi. Ci colpisce lungo la discesa verso Saint-Michel-de-Maurienne la fortificazioni dell'Esseillon (è una serie di cinque fortificazioni costruite nel XIX secolo su uno sperone roccioso che sbarra l'alte valle dell'Arc, sul comune di Aussois, per proteggere il Piemonte da un'eventuale invasione francese. Continua...)
Ci fermiamo per fare ovviamente fotografie, nella valle dell' Arc molto stretta si intravede anche un ponte sospeso, chiamato Pont du Diable.
Su questo ponte ci sono diverse leggende una delle quali racconta che il costruttore del ponte, incapace di terminare il lavoro in tempo, ha fatto un patto con il diavolo in cambio dell'anima del primo passante. Il costruttore ha poi fatto passare una capra... no comment!
La temperatura inizia a diventare gradevole intorno alle 12, quando iniziamo la salita del col du Telegraphe e ci togliamo anche un bel po' di vestiario, non senza essere passati prima in una boulangerie e aver fatto scorta di Pain au Raisin e altri dolciumi vari (visto la cena della Sera prima, non era esattamente cibo per ciclisti). Dopo essersi rifocillati finalmente la temperatura corporea si riprende.
Meno male che ci siamo fermati a fare una minima scorta di cibo perché da qui in avanti il nulla...
La cartellonistica francese è sempre molto interessante e più ricca di quella italiana, desta sempre curiosità ed interesse e spazio per una fotografia.
Raggiunto il "Colle del telegrafo" scattiamo le foto di rito insieme due ragazzi slovacchi che lavorano in Italia e parlano molto bene italiano, ma l'occhio è sempre all'orologio, oggi la giornata è lunga.
Dopo il Telegraphe la strada scende sino a Valloire, decidiamo di fermarci qui per una pausa e per il pranzo.
Valloire è carina, ma non so se per la stagione o per l'orario, sembra una città fantasma, impossibile trovare un negozio aperto per comprare del cibo. Non parliamo poi dell'unico ristorante aperto, la richiesta di avere un panino ha sortito lo stesso effetto della vista di un marziano.... Da notare che del pane era esposto su un tagliere di fianco al bancone. Prendiamo un caffè e due bibite e scappiamo allucinati. Lorenzo in ognuna di queste occasioni continua a ripetermi il ritornello di una canzone di De Gregori "Viva L'Italia", devo dargli ragione, riusciamo ad apprezzare il valore della cordialità, ospitalità e del nostro cibo solo quando siamo fuori confine. Ripresa la salita usciti da poco da Valloire incontriamo di nuovo un ristorante, anche questo di specialità savoiarde, non possiamo certo fermarci per una Fondue Savoiarde o una Raclette.
Entro e provo a chiedere un panino, l'ospitalità riesce ad essere anche peggio del primo ristorante. Sgarbato, dapprima mi dice che non è possibile, poi mi dice che c'è da aspettare, durante l'attesa si mette a fare tutt'altro visibilmente infastidito dalla mia presenza, alla fine anche io mi infastidisco dal comportamento poco gentile e chiedo informazioni ...mi viene detto in malo modo che c' è da aspettare ancora dieci minuti, decido di andare via non posso far aspettare Lorenzo fuori ulteriormente, la salita è lunga, il tempo stringe.
Appena sbollito dall'arrabbiatura per la maleducazione e scarsa ospitalità del ristoratore Lorenzo non perde occasione per cantarmi nuovamente il ritornello della canzone di de Gregori.
Morale della favola siamo saliti su Col Du Galibier senza cibo, meno male che avevano ancora un pezzo di panino farcito preso a Susa di ieri mattina. c'è anche da aggiungere che qui manca la cultura delle fontane, e non perché manchi l'acqua, quindi abbiamo anche difficoltà nel reperire l'acqua (unica fontana a Valloire su tutti i 36 km di salita).
Ma io mi chiedo è una salita con i blasoni del Tour, una delle più famose del mondo, possibile che non riesca ad essere attrezzata per offrire cibo adatto ai ciclisti e delle fontane? In compenso le Porche e le Ferrari con targa tedesca che scorrazzano a tutta velocità non mancano.
Il vallone che ci porta alla sommità del Galibier è veramente impressionante e maestoso oltre che lunghissimo. ci fermiamo più volte lungo il percorso sia per prendere delle fotografie che per riprendere fiato. Abbiamo anche la disavventura di incontrare un toro che vagava in assoluta liberta sulla strada. Lorenzo stava quasi per essere incornato.
Lungo il percorso è quasi impossibile, se non proprio negli ultimi chilometri, intravedere la cima del colle.
Il colle si riesce a vedere soltanto quando si è prossimi alla galleria del Galibier (solo per le auto il passaggio). Da qui pensi di aver finito ma una scala durissima ci aspetta degli ultimi chilometri.
L'arrivo sulla sommità è una soddisfazione incredibile la vista ti appaga di tutte le fatiche. Foto di rito e subito la vestizione, perchè fa freddo e ci aspetta una velocissima discesa verso Monetier-le-Bains, dove abbiamo il nostro albergo prenotato.
La cena riesce ad essere ancora più deludente della sera prima. L'albergo non offre cena alla carta, ma bensì a menu fisso, ci aspettano 3 raviolini con besciamella al gusto di acciughe e un piattino di pollo e verdure con tanto pepe e peperoncino... proprio quello che ci vuole per il recupero e il rapporto con la sella del ciclista ... il dolce non era male.
Oggi Lorenzo ha rimpianto le sue tappe di ritorno dalla Germania da 300 km con 2000 metri di dislivello. Domani vediamo cosa ci aspetta sicuramente il cibo di questi posti non aiuta. Siamo in camera e abbiamo più fame di prima.
Il Percorso
E' anche vero che partire troppo presto in certi casi, come oggi, può essere un problema specilmente quando le temperature al mattino come in montagna sono molto rigide. Infatti guardando fuori il panorama brinato e scopriamo che ci sono -6 gradi.
L'albergatore ci consiglia di aspettare le 9.00 per partire, noi cerchiamo comunque di anticipare, ma la ruota forata del mio carrello e il tempo necessario per la sostituzione fa si prima delle 9 non riusciamo a partire.
Ci bardiamo bene bene per coprirci dal freddo con tutto quello che possiamo, non riesco a capire come mai questa foto ha suscitato così tanta ilarità in Lorenzo... Forse per la sua anima Siciliana più incline al caldo che al freddo o per la sua iniziale proposta di andare verso il mare da me ovviamente disattesa? O forse perchè era talmente vestito che non riusciva neanche a muoversi? Non sembro forse perfettamente a mio agio in questa foto? Effettivamente ci aspettano 41 km di leggera discesa sino a Saint-Michel-de-Maurienne prima di iniziare l'ascesa verso il Col du Telegraphe e partire in discesa con temperature negative non è proprio il massimo, ma a me in fondo non dispiace, quando si parte per andare a sciare tante volte è molto peggio.
I primi km sono quasi tutti in ombra, poi un po' di sole, ma a piccole dosi. Ci colpisce lungo la discesa verso Saint-Michel-de-Maurienne la fortificazioni dell'Esseillon (è una serie di cinque fortificazioni costruite nel XIX secolo su uno sperone roccioso che sbarra l'alte valle dell'Arc, sul comune di Aussois, per proteggere il Piemonte da un'eventuale invasione francese. Continua...)
Ci fermiamo per fare ovviamente fotografie, nella valle dell' Arc molto stretta si intravede anche un ponte sospeso, chiamato Pont du Diable.
Su questo ponte ci sono diverse leggende una delle quali racconta che il costruttore del ponte, incapace di terminare il lavoro in tempo, ha fatto un patto con il diavolo in cambio dell'anima del primo passante. Il costruttore ha poi fatto passare una capra... no comment!
La temperatura inizia a diventare gradevole intorno alle 12, quando iniziamo la salita del col du Telegraphe e ci togliamo anche un bel po' di vestiario, non senza essere passati prima in una boulangerie e aver fatto scorta di Pain au Raisin e altri dolciumi vari (visto la cena della Sera prima, non era esattamente cibo per ciclisti). Dopo essersi rifocillati finalmente la temperatura corporea si riprende.
Meno male che ci siamo fermati a fare una minima scorta di cibo perché da qui in avanti il nulla...
La cartellonistica francese è sempre molto interessante e più ricca di quella italiana, desta sempre curiosità ed interesse e spazio per una fotografia.
Raggiunto il "Colle del telegrafo" scattiamo le foto di rito insieme due ragazzi slovacchi che lavorano in Italia e parlano molto bene italiano, ma l'occhio è sempre all'orologio, oggi la giornata è lunga.
Dopo il Telegraphe la strada scende sino a Valloire, decidiamo di fermarci qui per una pausa e per il pranzo.
Valloire è carina, ma non so se per la stagione o per l'orario, sembra una città fantasma, impossibile trovare un negozio aperto per comprare del cibo. Non parliamo poi dell'unico ristorante aperto, la richiesta di avere un panino ha sortito lo stesso effetto della vista di un marziano.... Da notare che del pane era esposto su un tagliere di fianco al bancone. Prendiamo un caffè e due bibite e scappiamo allucinati. Lorenzo in ognuna di queste occasioni continua a ripetermi il ritornello di una canzone di De Gregori "Viva L'Italia", devo dargli ragione, riusciamo ad apprezzare il valore della cordialità, ospitalità e del nostro cibo solo quando siamo fuori confine. Ripresa la salita usciti da poco da Valloire incontriamo di nuovo un ristorante, anche questo di specialità savoiarde, non possiamo certo fermarci per una Fondue Savoiarde o una Raclette.
Entro e provo a chiedere un panino, l'ospitalità riesce ad essere anche peggio del primo ristorante. Sgarbato, dapprima mi dice che non è possibile, poi mi dice che c'è da aspettare, durante l'attesa si mette a fare tutt'altro visibilmente infastidito dalla mia presenza, alla fine anche io mi infastidisco dal comportamento poco gentile e chiedo informazioni ...mi viene detto in malo modo che c' è da aspettare ancora dieci minuti, decido di andare via non posso far aspettare Lorenzo fuori ulteriormente, la salita è lunga, il tempo stringe.
Appena sbollito dall'arrabbiatura per la maleducazione e scarsa ospitalità del ristoratore Lorenzo non perde occasione per cantarmi nuovamente il ritornello della canzone di de Gregori.
Morale della favola siamo saliti su Col Du Galibier senza cibo, meno male che avevano ancora un pezzo di panino farcito preso a Susa di ieri mattina. c'è anche da aggiungere che qui manca la cultura delle fontane, e non perché manchi l'acqua, quindi abbiamo anche difficoltà nel reperire l'acqua (unica fontana a Valloire su tutti i 36 km di salita).
Ma io mi chiedo è una salita con i blasoni del Tour, una delle più famose del mondo, possibile che non riesca ad essere attrezzata per offrire cibo adatto ai ciclisti e delle fontane? In compenso le Porche e le Ferrari con targa tedesca che scorrazzano a tutta velocità non mancano.
Il vallone che ci porta alla sommità del Galibier è veramente impressionante e maestoso oltre che lunghissimo. ci fermiamo più volte lungo il percorso sia per prendere delle fotografie che per riprendere fiato. Abbiamo anche la disavventura di incontrare un toro che vagava in assoluta liberta sulla strada. Lorenzo stava quasi per essere incornato.
Lungo il percorso è quasi impossibile, se non proprio negli ultimi chilometri, intravedere la cima del colle.
Il colle si riesce a vedere soltanto quando si è prossimi alla galleria del Galibier (solo per le auto il passaggio). Da qui pensi di aver finito ma una scala durissima ci aspetta degli ultimi chilometri.
L'arrivo sulla sommità è una soddisfazione incredibile la vista ti appaga di tutte le fatiche. Foto di rito e subito la vestizione, perchè fa freddo e ci aspetta una velocissima discesa verso Monetier-le-Bains, dove abbiamo il nostro albergo prenotato.
La cena riesce ad essere ancora più deludente della sera prima. L'albergo non offre cena alla carta, ma bensì a menu fisso, ci aspettano 3 raviolini con besciamella al gusto di acciughe e un piattino di pollo e verdure con tanto pepe e peperoncino... proprio quello che ci vuole per il recupero e il rapporto con la sella del ciclista ... il dolce non era male.
Oggi Lorenzo ha rimpianto le sue tappe di ritorno dalla Germania da 300 km con 2000 metri di dislivello. Domani vediamo cosa ci aspetta sicuramente il cibo di questi posti non aiuta. Siamo in camera e abbiamo più fame di prima.
Il Video
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