Alle 5:30 ci svegliamo. Un po’ perché ci siamo addormentati prima del solito e un po’ perché siamo molto simpatici ad alcune zanzare. Restiamo a letto fino alle sette poi prepariamo tutto ed andiamo a fare una abbondante colazione. Alle 8:30, caricato tutto sulle bici partiamo, maciniamo molti chilometri su una buona strada che si mantiene ad alcune decine di metri dal mare e, a parte KIPARISSIA, attraversa piccoli paesi molto distanti fra di loro. La statale è percorsa da parecchi autotreni adibiti al trasporto dei cocomeri che spesso sono fermi a bordo strada in fase di carico. Anche molti pick-up viaggiano stracarichi di angurie che abbastanza frequentemente, in prossimità delle curve, volano fuori dal cassone e finiscono a pezzi a bordo strada.
Ne vedremo tante di angurie spaccate a marcire al sole. Dopo ZAHARO la strada, attraversando una pineta, costeggia a sinistra la ferrovia oltre la quale, ad un centinaio di metri, c’è il mare e a destra c’è il lago di KAIAFAS. Sul ciglio di questa strada notiamo un cartello che segnala di fare attenzione alle tartarughe: su queste spiagge infatti nidificano le “Carretta-Carretta”. Poco dopo la strada sale verso l’interno e, al bivio che segnala OLYMPIA, proseguiamo per KALIKOMO dove, alle 13:30 e 61 km alle spalle, provvediamo alle quotidiane provviste, poi ci avviamo su una scorciatoia suggerita dalla cartina ma purtroppo finiamo per qualche chilometro su una strada secondaria, sterrata e polverosa.
Dopo il fuori programma, a MAKRISSIA ritroviamo la “retta via” e scendiamo in direzione di OLYMPIA che raggiungiamo alle 15:00. Prima di visitare il celebre sito millenario ci rifocilliamo e cambiamo magliette. La Lori sedendosi su una panchina dice sospirando:“finalmente seduti”. Già, come se non lo fossimo già stati per più di sei ore! Entriamo nel sito archeologico e lentamente percorriamo il tragitto che viene suggerito dalla segnaletica, soffermandoci a leggere le descrizioni poste su dei pannelli vicino ai resti di ogni edificio e scattiamo delle foto.
All’altare della dea Era, dove in occasione delle olimpiadi viene accesa la fiaccola olimpica, telefoniamo a Simone per renderlo partecipe di trovarci in questo posto, che il tempo ha indubbiamente stravolto ma ne ha sicuramente lasciato ben conservato il fascino e la suggestione che si prova pensando per un attimo a quello che il sito rappresentava allora e la vita che vi si svolgeva.
Nella visita impieghiamo circa un’ora e poi riprendiamo la marcia in direzione di PIRGOS, la strada è buona, larga e quasi pianeggiante ma fare una quindicina di chilometri con il vento contrario è deprimente. A PIRGOS, causa la solita mancanza di indicazioni, stentiamo ad orientarci ed allora chiediamo informazioni ad un ragazzo che comprende e parla bene l’italiano quale sia la direzione da prendere per KATAKOLO; ce la indica e poi, un po’ perplesso, guardando le bici aggiunge: “sono dodici chilometri!”.
Gli rispondiamo sorridendo che oggi ne abbiamo già fatti 100 e qualcuno in più non ci spaventa, almeno non quanto sembra essere spaventato lui! Ci saluta e poi si rivolge in greco ad alcuni amici accanto, immaginiamo quale potrebbe essere il commento su di noi. La ampia e bella strada che ci conduce al paese la percorriamo velocemente anche grazie al fatto che il vento non c’è più, l’Hotel presente nella lista lo troviamo sulla strada ma proseguiamo oltre fino al porto, se non troviamo un altro alloggio torneremo indietro.
Mentre ci guardiamo intorno per vedere se ci sono altri alberghi, un giovane signore in bicicletta, fermo sul bordo della strada, ci chiede se abbiamo bisogno di una camera. Non occorre certo molto intuito per capirlo. Gli diciamo di si, chiedendogli dove fosse e quanto costi, ci risponde che è lì vicino e costa 25€. Alle 19:00 e dopo 113 km ci sta bene qualsiasi cosa ed accettiamo la proposta senza indugio, anche perché nel frattempo ci accorgiamo con disappunto che la bici della Lori ha la ruota posteriore a terra, un motivo in più per concludere qui la giornata. Un’altra sorpresa è però dietro l’angolo: l’edificio in cui è la camera a cui ci conduce il giovane si raggiunge salendo ben 77 scalini fra casette e orti, percorso che facciamo per tre volte per far salire le borse e le bici. I “destrieri” però dopo il 40° scalino restano all’interno del cancello che delimita la proprietà.
Niente male, dopo i chilometri fatti oggi, avevamo proprio bisogno di “sgranchirci le gambe”! Arriviamo ad un bianco edificio lungo una ventina di metri ed alto circa tre in cui sono ricavate, oltre all’alloggio dei proprietari (il signore che ci ha visto e i suoi genitori), quattro camere in fila, con ognuna la porta ed una finestrina del classico colore azzurro greco, molto caratteristico! Dal piccolo piazzale davanti alle camere si domina il paese ed il suo porto, niente male!
A fianco abbiamo due signore francesi con cui ci intratteniamo in una breve conversazione, ci attende la doccia e la riparazione della foratura. Ci facciamo dare dai gestori una bottiglia di acqua ed una bibita, eravamo rimasti a secco ed abbiamo parecchia sete, complici anche gli scalini fatti più volte. Sistemati noi, le bici e le nostre cose, fatto anche il piccolo bucato quotidiano, scendiamo per la cena e ci fermiamo in uno dei tanti ristoranti che, come visto in altri posti ha i tavoli sulla darsena.
I locali sono tutti aperti ma i clienti sono pochi, d'altronde siamo ai primi di Giugno ed i turisti non sono tanti. Da un ristorante a fianco esce musica italiana, è Ramazzotti con le sue belle canzoni. Ci accoglie un cameriere che parla molto bene l’italiano e, finalmente, riusciamo a capirci bene su cosa mangiare. Pesce con contorni vari, insalata greca, una coppa del celebre yogurt con il miele e un caffè. Sfortunatamente il caffè lo chiediamo ad un altro cameriere che non parla italiano e, pur precisando che il Nescafè lo vogliamo caldo, capisce il contrario e ci porta l’ice-caffè (quindi con ghiaccio). E’ la seconda volta che ci capita. Il conto riteniamo sia conseguenza del fatto che il porto del paese è quello dove attraccano le navi da crociera in cui è prevista la visita di OLYMPIA. Poco male, i 43€ faranno la media con i 15 spesi a GITHIO. Più tardi facciamo un breve giro lungo la via in cui sono concentrati tutti i locali turistici e quella parallela da cui parte la scalinata che ci riconduce alla nostra “camera alta”. Una volta arrivati sulla porta della camera, finalmente ansiosi di stenderci sul letto per il più che meritato riposo di una giornata abbastanza “piena”, ci accorgiamo di aver dimenticato la cartina stradale al ristorante per cui Leo si rifà un bel “giù e su” per i 77 più che mai interminabili, scalini. Speriamo che almeno facilitino la digestione! I chilometri e gli scalini fatti oggi suggeriscono di metterci prima possibile in orizzontale ed il sonno non tarda molto ad arrivare.
Decima Tappa: Katakolo - Kilini --> |
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