Alla sveglia delle 6:00 sbirciamo fuori dalla finestra, è sereno e la pressione atmosferica, rilevata all’orologio plurifunzione di Leo, è la stessa della sera prima; si prospetta quindi una bella giornata. Alla solita partenza delle 8:00, lasciato l’albergo, ci dirigiamo sul molo che si protende verso la fortezza sul mare, sostiamo su una panchina a mangiare qualcosa, il paese è muto sembra che dormano ancora tutti. Solo nella periferia che attraversiamo poco dopo, passando davanti ad un bar, c’è un chiasso infernale di urla e colluttazione fra alcuni individui, vediamo finire a terra un paio di persone fra tavoli e sedie rovesciati.
La strada che percorre il golfo è per diversi chilometri in rifacimento e non è ancora asfaltata. Fortunatamente il traffico è quasi inesistente altrimenti alla colazione si sarebbe aggiunto una discreta dose di polvere! Dopo una quindicina di chilometri la strada si dirige verso sud e segue la costa ad altezza variabile fra il mare ed un centinaio di metri. Acquistiamo alimenti per la mattinata fra cui una bibita gassata che mettiamo nelle borracce senza pensare che queste, essendo a chiusura stagna, si sarebbero gonfiate con il gas della bibita.
Infatti quella della Lori comincia a perdere dalla parte inferiore perché si è aperta una piccola fessura al centro nel punto di unione delle due parti. E’ questa la prima occasione per far ricorso alla attrezzatura di riparazione delle forature e con una toppa risolviamo il problema. Lo facciamo appena ci fermiamo in un punto sosta panoramico con gazebo in legno e fontana d’acqua. In diversi posti attraversati, piante di albicocche a bordo strada ci “offrono” frutta a buon mercato.
Dopo PARALIA ASTROS percorriamo la strada che costeggia la spiaggia per alcuni chilometri e poi attraversiamo una zona faunistica per ritornare sulla statale. I tre chilometri successivi, dopo AGIOS ANDREAS, si fanno sentire per la pendenza e per la totale assenza di ombra; ai lati della strada solo pietre e bassi arbusti che ci accompagnano fino allo scollinamento che sovrasta uno strapiombo su una insenatura piena di impianti di allevamento di pesce.
Successivamente è un continuo su e giù costeggiando belle baie e piccoli promontori spesso saturi di villette di nuova costruzione da vendere e affittare per le vacanze. Fra le 13:30 e le 14:30 ci fermiamo in una spiaggia sassosa dall’acqua limpidissima e non possiamo fare a meno di bagnarci fino alle cosce, non oltre, l’acqua è freddina ma è un toccasana per piedi e gambe che si “rigenerano”. Ripartiamo con rinnovato vigore ma dopo alcuni chilometri la ruota posteriore della bici di Leo è a terra!
Rapida riparazione e proseguimento sull’altalena stradale. Ad un certo punto, dopo una curva, ci imbattiamo in un mucchio di grossi limoni abbandonati sul bordo della strada, saranno un centinaio ed integri, rimaniamo perplessi. A pochi chilometri dalla meta la strada lascia la costa per l’entroterra e cambia tipo di asfalto, da liscio e scorrevole diventa a grana molto grossa e abbastanza fastidioso.
Alle porte di LEONIDIO troviamo facilmente l’Hotel Costarini che per 35€ ci offre una discreta camera con terrazzo e il ricovero per le bici all’interno del bar non ancora in servizio. Il paese è piuttosto vecchio, contornato da un lato da alte montagne di roccia rossastra a parete verticale; si snoda prevalentemente lungo la stretta strada che lo attraversa in cui si svolgono le principali attività.
Alcuni bar, un ristorante, un forno-pasticceria un distributore e diversi negozi-bazar che hanno praticamente di tutto, dalle bombole di gas ai pneumatici, alla verdura, pane, casalinghi ecc. La strada che attraversa il paese è stretta e contorta perché affiancata dalle case disposte a casaccio, ciò comporta che autobus e camion di certe dimensioni non possono andare oltre il paese. Dopo la consueta doccia che allontana sudore e fatica a Leo “salta” il sistema di termoregolazione corporea.
Ora ha freddo, ora caldo. Febbre? Forse. Dopo un salutare riposo ed un medicinale le cose si sistemano e andiamo a mangiare in quello che ci sembra essere l’unico ristorante del paese. Con un giovane cameriere apparentemente non molto pratico del mestiere abbiamo difficoltà a capirci ma grazie all’intervento della cuoca riusciamo, in un disarticolato inglese, a spiegarci su cosa vogliamo mangiare aiutati anche dal menù con le figure che ci viene poi fornito. Il risultato è soddisfacente ed il prezzo pure (17€). Al termine torniamo lentamente in albergo, il paese non offre attrattive se non le molte persone che vediamo sedute ai tavoli dei bar a bere e chiacchierare ad alta voce. Domani ci aspetta il nostro “Stelvio”, cioè la “terribile” salita fino al paese di KOSMAS che di preoccupazioni ce ne ha date fin da quando, a casa, abbiamo delineato il percorso. I 31 chilometri che dovremo affrontare sono tutti in salita, più o meno ripida e speriamo che il sole non picchi tanto altrimenti sarà molto dura!
<-- Terza Tappa: Almiri - Nafplio | Quinta Tappa: Leonidio - Githio --> |
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