La sveglia è posticipata alle 7:00 in virtù delle condizioni atmosferiche. Dal balcone scrutiamo il cielo che è grigio uniforme ma non piove e la strada è quasi asciutta. Decidiamo di partire e diamo il via alle consuete operazioni che svolgiamo più in fretta del solito ma, appena pronti, comincia a piovere. Telefoniamo a casa a nostro figlio chiedendogli di consultare tutte le fonti meteo possibili per capire qualcosa sulla situazione e sulla probabile evoluzione. Ci risponde che è previsto “nuvoloso variabile con possibilità di pioggia”. Ne sappiamo poco più di prima e restiamo col dubbio se partire ugualmente o attendere ancora.
Visto che per il momento siamo bloccati, approfittiamo per capire la natura del problema nella ruota che si sgonfia. Il responsabile è un minuscolo forellino a fianco alla toppa che era stata messa precedentemente. Quando si dice la sfortuna! Risolto il problema andiamo con calma a fare una abbondante colazione in un locale poco lontano. La pioggia va e viene, e quando alle 10:30 il cielo schiarisce un po’ e la pioggia appena si avverte, decidiamo di partire comunque. Quando stiamo per lasciare la camera arriva Voula con un sacchetto di biscotti, “for pic-nic” ci dice. Poi ci fa riempire di acqua borracce e bottigliette. Grande Voula!
Gli facciamo vedere che la sua cortese accoglienza viene menzionata anche sulla guida Planet. Ci dice che ne era al corrente della versione in inglese, ma non sapeva che c’era anche su quella italiana. Ci racconta anche che sua madre Xenia (è il nome dato all’albergo) è affetta da molti anni da Alzheimer e che si trova in “terrible situation”; tocca a lei, figlia, fargli continuamente da mamma. Un po’ “toccati” la salutiamo cordialmente, ci pentiremo strada facendo di non avere fatto una foto con lei. Alle 11:00 stiamo pedalando coperti dal k-way diretti verso AREOPOLI lasciando sulla sinistra l’estremità della penisola del MANI.
Il cielo ha lasciato cadere poche gocce e dopo una decina di chilometri ci scopriamo. Ad un certo punto sorge un serio problema al cuscinetto della ruota anteriore della Lori che riusciamo a minimizzare con filo di ferro trovato in terra, proseguiamo. Il paesaggio è abbastanza verde, ma di case se ne vedono pochissime. La
strada propone modesti alti e bassi in successione e qualche salita più
impegnativa. Una di queste sale dal livello del mare ad oltre i 300m di ITYLO
in soli 4 km. La Lori è un po’ scoraggiata per la forte pendenza
associata al gran caldo, ma ci facciamo coraggio e dopo aver mangiato
della frutta ripartiamo. Dopo essere saliti ieri fino a KOSMAS non
possiamo farci impressionare da salite molto più modeste! La strada si
mantiene fra i 300 e i 350m per una quindicina di chilometri.
Ad un certo punto, su un tratto di un centinaio di metri di strada diritta e in evidente salita (pur lieve), restiamo sorpresi: stiamo salendo senza pedalare! Ci guardiamo attoniti e ci interroghiamo a vicenda: che diavolo sta
succedendo? Sono allucinazioni da caldo e fatica o cos’altro? Perché
riusciamo ad andare avanti senza pedalare? A casa scopriremo poi che il
fenomeno delle “false salite” non è poi così raro e anche dei nostri
amici si sono trovati a viverlo in auto, sempre in GRECIA due anni prima
ed il nostro vicino di appartamento ci racconta di qualcosa di simile
accaduto ad un suo parente in Egitto. All’altezza del paesino di PLATZA,
con l’intento di prendere la scorciatoia in direzione del mare ci
perdiamo in un fitto dedalo di viuzze poco più larghe delle bici con le
borse. Alla fine di una di queste finiamo per perdere l’orientamento e
solo grazie alle indicazioni di una giovane signora inglese, che ci
osservava dal terrazzo di una delle case, riusciamo a ritrovare la
statale che abbiamo lasciato precedentemente. Da lì una bella discesa ci conduce prima ad AGIOS NIKOLAOS poi a STOUPA dove abbiamo programmato di sostare. Lungo la discesa incrociamo due cicloturisti su delle bici che si
guidano stando sdraiati.
Chissà che effetto farà su quei mezzi! Arrivati
a STOUPA ci portiamo sulla via che per poche centinaia di metri
costeggia la spiaggia, raggiungiamo la fine del lungomare dove una
web-cam invia ogni ora le immagini su un sito Internet tedesco; ci
vedranno così anche da casa e potranno constatare che siamo ancora…
vivi! Abbiamo mezzora di tempo per trovare una camera, sistemarci per
poi tornare qui. Non ci impieghiamo molto perché la camera la troviamo proprio lì a
fianco, è un trilocale molto carino ed ordinato per il quale non ci
dispiace pagare i 50€ richiesti. Effettuiamo una rapida doccia e
puntuali alle 18:00 ci presentiamo sul tratto di strada inquadrato dalla
web-cam che ci fotografa e ci “invia nel mondo”. Restiamo un’oretta in
spiaggia a prendere .... l’ombra, il cielo è coperto da un bianco
nuvolone, fa comunque caldo e facciamo il bagno a piedi, polpacci e
cosce, che ringraziano. Tornando verso la camera ci fermiamo in una agenzia immobiliare e così,
tanto per dar corpo ai sogni fatti strada facendo, chiediamo se c’è
qualche casa in vendita nei dintorni.
Per capirci è un’ardua impresa
perché oltre al nostro modesto inglese ci vogliono ben due interpreti
telefonici loro amici; forse siamo riusciti a intenderci, se è così fra
qualche tempo dovremo veder arrivare a casa una proposta tramite posta
elettronica. Torniamo nel miniappartamento e ci mettiamo l’abito da
sera, (si fa per dire perché ovviamente non abbiamo molta scelta) ed
usciamo per la cena. La fila dei ristoranti sul lungomare è lunga e tutti espongono il menù
all’ingresso. Ne scegliamo uno per aver visto sul menù delle descrizioni
in italiano. Il lungomare in cui si affacciano, alla sera viene chiuso
al traffico come nelle più rinomate e frequentate stazioni balneari. A
fianco al ristorante c’è un ampio e fornitissimo supermercato-bazar dove
acquistiamo dei giornali italiani; il cameriere del ristorante, alla
vista della “Gazzetta”, ci ricorda che la nazionale di calcio italiana
domani incontra la LITUANIA (ne sa più lui di noi).
La cena italo-greca,
comprensiva di buoni spaghetti, la innaffiamo di abbondante vino bianco
cosicché, per quanto sia vicina la camera, sostiamo a lungo sulla
panchina di fronte alla spiaggia per smaltire i “fumi alcolici”. Poco prima di mezzanotte rientriamo in camera e, come abbiamo trovato in altri posti ci dobbiamo fare il letto. Per la precisione dobbiamo solo aggiungere il lenzuolo superiore che viene messo piegato in fondo al letto assieme agli asciugamani. Ovviamente le coperte sono rimaste dov’erano, nell’armadio. A letto pensiamo alla tappa di domani che dovrebbe essere una delle più lunghe, sperando che il problema alla bici della Lori non peggiori ulteriormente, anzi contiamo di trovare, strada facendo, una soluzione definitiva che potremo avere da un venditore e riparatore di biciclette. Al rumore dell’onda fra scogli e battigia ci addormentiamo.
Settima Tappa: Stoupa - Koroni --> |
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