Alle 6:30 ci svegliamo assieme al sole che sorge sul porto e, come al solito, alle 8:00 ci avviamo. Del vento del giorno prima e di tutto il pomeriggio, sul quale contavamo per una spinta, non c’è traccia, anzi, seppur lieve ce l’abbiamo in faccia; la fortuna è spesso impegnata con qualcun altro! Dopo una dozzina di chilometri raggiungiamo la statale che, pur essendo domenica, è abbastanza trafficata anche di autotreni, forse i cocomeri la fanno da padrone. Lungo l’ampia strada che corre ai margini di pochi paesi sono molto diffusi dei chioschi-capanni di venditori di frutta, ortaggi e zucche.
Le zucche ci sono di tutte le misure e molte di esse sono quelle ornamentali dalle forme più strane e dai colori più svariati. All’ombra di alcune grandi piante troviamo la polizia con le pistole-laser misuratrici di velocità, qualcuno viene “beccato” ma sono tanti ad andare molto più piano di quanto abbiamo visto per giorni su queste strade, forse sono al corrente dei controlli. Dopo oltre 50km, verso mezzogiorno, deviamo verso KATO AHAIA per vedere se può essere il posto giusto dove terminare la tappa. Il paese dista un km circa dal mare verso cui ci dirigiamo dopo aver mangiato un gelato ed esserci dissetati con una fresca bibita nella piazza principale molto affollata e chiassosa.
La marina è costituita da una trentina di case disposte in modo disordinato attorno ad un ancor più caotico porticciolo per cui decidiamo di proseguire oltre; abbiamo molto tempo a disposizione per trovare un luogo soddisfacente, quindi continuiamo lungo la strada che quasi costeggia il mare. Per un lungo tratto, fra la strada ed il mare, in diverse zone adiacenti ma distinte, ci sono moltissime auto all’ombra di parcheggi coperti da stuoie o alberi, la spiaggia e i ristoranti che si intravedono devono essere ben affollati!
Dopo qualche chilometro, sulla strada vediamo per diverse volte una vistosa insegna di un Hotel ed in prossimità dell’abitato di TSOUKALEIKA l’insegna è completata da una freccia che indica il mare; decidiamo di andare a vedere. A pochi passi da un minuscolo porticciolo troviamo l’Hotel: si tratta di una nuova costruzione con un bel prato “inglese” e zona relax-abbronzatura su una pedana con pavimentazione in legno, sulla facciata quattro vetrate di altrettante camere (due per piano) con ampio balcone, in cima all’edificio una terrazza su cui ci sono sedie e ombrelloni.
Sono le 14:00, siamo distanti solo una quindicina di chilometri da PATRA (il nostro capolinea) ed a conclusione del nostro viaggio ci vogliamo concedere un po’ di riposo, ozio e tranquillità, il posto sembra ideale. La camera (una delle quattro vista mare) è provvista di due grandi letti ed un completo angolo cucina, non manca la tv, il climatizzatore, alcune poltrone e il bagno, ampio e pulito. Sembra sia tutto nuovo, locali ed arredi; le bici si “accomodano” sull’erbetta in un angolo del giardino. Il prezzo di 50€ non è nemmeno paragonabile a quanto speso il giorno prima, se facciamo un confronto questo ne vale il doppio. Trascorriamo il pomeriggio fra un “ammollo” in mare (poco oltre il cancello) e la terrazza ad asciugarci e rifinire la tintarella.
Mentre siamo sulla terrazza arriva la signora che gestisce l’Hotel a pulire i tavoli e ci intratteniamo in una breve conversazione in un inglese un po’ stentato ma comprendibile. Ci dice che L’Hotel è aperto da soli tre mesi. Non poteva essere diversamente. Noi, con l’aiuto della cartina, le diciamo che abbiamo fatto il giro del PELOPONNESO con le bici.
Un po' perplessa e un po' incredula ci domanda: ”only bike?” (solo bici?) e noi un po’ orgogliosi:”Yes, only bike!”. “Wonderful”, replica, e se ne va sorridendo. Verso le 19:00 cerchiamo un ristorante, ma nel piccolo paese ci viene detto che non ce ne sono, occorre fare un paio di chilometri in direzione di PATRA. Ripieghiamo per una cena alternativa ed andiamo al vicino market con attigua pasticceria, raccattiamo sù diverse cose, e assieme ad un melone che comprammo per strada in mattinata, riusciamo ad allestire una cena molto gustosa che consumiamo sul tavolo nel terrazzo della camera.
Al termine vediamo in tv l’ultima parte della corsa di Formula 1 che si corre in CANADA, poi saliamo in alto sulla terrazza ed assistiamo ad un bel tramonto sul mare. Sta per tramontare anche la nostra bellissima vacanza greca perché quel mare domani sarà solcato dalla nave che ci porterà a casa. Il libretto su cui prendiamo appunti fin dalla partenza è ricco di note che ci aiuteranno a ricordare dei particolari degni di essere inseriti nel “diario di viaggio” che redigeremo.
E’ l’occasione per tirare qualche somma e ripercorrere mentalmente il giro compiuto. Dieci giorni prima eravamo poco più in là di dove siamo ora ed iniziavamo a percorrere questo lungo viaggio con gli inevitabili dubbi sulla sua buona riuscita e i mille pensieri su cosa avremmo trovato ed affrontato. Ora che siamo giunti al termine senza troppe difficoltà ci sembra che sia stato tutto facile, ma non è stato sempre vero. Il pensiero ormai va ai prossimi giorni che ci vedranno reinseriti negli ingranaggi del meccanismo di cui facciamo parte. Speriamo che i bei ricordi di queste belle giornate possano a lungo prevalere sui quotidiani problemi che dovremo affrontare.
Dodicesima Tappa: Tsoukaleika - Patra --> |
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