venerdì 27 settembre 2013

Torino - Foresta Nera: Giorno 7: Il giro dei tre cantoni

Dal Canton Soletta al Canton Friburgo passando dal Canton Berna 


Nonostante la giornata sia iniziata in mezzo alla nebbia è stata una gran bella giornata, non solo dal punto di vista mtereologico, la nebbia si è poi alzata e nel pomeriggio si sono anche toccate punte di 30 gradi, ma anche una giornata molto piacevole e tranquilla non particolarmente difficile sia per i dislivelli che per la navigazione.



Tra Wolfisberg e Soletta percorro inizialmente la discesa verso la strada nazionale poi quasi sempre tratti di pista ciclabile (non troppo puliti con un po' di foglie bagnate, ma almeno sono tranquillo seperato dal traffico).


La mattina inizia con la visita di un caro amico e collega con piacevole colazione insieme (nel bar che si intravede a destra nella foto) nella accogliente centro storico di Solothurn (Soletta), raggiunta dopo pochi km dalla partenza, percorsi quasi tutti in discesa.

Uno scorcio della cittadina di Solothurn vista dalla parte opposta del fiume Aare una volta passato il ponte pedonale nel centro del paese.

Da Solothurn a Bern la strada è stata molto piacevole, non particolarmente trafficata e contraddistinta da corsie ciclabili e da alcuni tratti separati di strade ciclabili.



Arrivato a Bern mi concedo una sosta e cosa meglio di una panchina in mezzo alle biciclette?

Bern mi ha dato la sensazione di essere molto viva e ho percepito una vitalità che la gente e la città stessa sono riuscite a trasmettermi, o forse è stata una impressione dovuta al fatto che stavo arrivando dalla foresta nera?

Riprendo il mio cammino verso Freiburg anche qui la strada è molto bike friendly e anche l'atteggiamento degli automobilisti è diverso rispetto alla zona parte tedesca.

È da intenderci nella Svizzera tedesca non ho mai avuto la sensazione di pericolo, sempre o quasi, le distanze di sicurezza venivano rispettate, avevo però la sensazione di essere fuori posto per le strade e ad ogni sorpasso gli automobilisti pur rallentando e rispettando la distanza mi trasmettevano, con le loro frenate e accelerate al limite, come una sensazione di fastidio. Un fastidio dovuto al fatto di aver rallentato le loro corsa, come se il ciclista possa stare soltanto ghettizzato in una pista ciclabile e non in strada. Il sorpasso veniva sempre effettuato con accelerate al massimo come in una gara di formula 1. Qui la sensazione è diversa, la sensazione è che la strada è di tutti e l'auto un mezzo per spostarsi e non per correre, molta gente anche per le strade e in bicicletta. Ma torniamo al viaggio.

Mi fermo a Friburgo a bermi una bibita in un bar e mi fa subito effetto che qui le persone si rivolgono in francese, mentre al mattino a Solothurn nel bar si parlava in tedesco.

La sensazione è subito diversa la gente ti saluta e ti sorride. Friburgo è una città molto carina varrebbe la pena approfindire magari in futuro.

Mi appresto quindi ad uscire da Friburgo e a prendere la Rue de la Gruyere, che mi porterà verso il Lago della Gruyere.

La strada è molto panoramica anche se purtroppo da questa parte il lago non è visibile se non per brevi scorci perché la strada passa abbastanza lontano.

Uno scorcio della cittadina di Gruyeres, sulla collina, purtroppo le condizioni di luce non erano favorevoli per una foto più brillante.

Vista della stazione di Montbovon.

La salita a Montbovon non è per niente impegnativa. L'Hotel de la gare di fronte alla pittoresca stazione è uno di quei posti dove ti sembra che il tempo si sia fermato e il mondo della globalizzazione qui non sia arrivato, ormai posti come questi sono una rarità.

Arrivato in hotel si accorgono che hanno dato la mia stanza ad un altro che arrivava anche lui in bicicletta e dopo una divertente e piacevole contrattazione, me ne assegnano una più bella, una matrimoniale con bagno in camera e vista sule montagne e sulla stazione.

Un vero hotel a gestione familiare, sono tutti gentilissimi con me e sono incuriositi e interessati al mio viaggio e al mio strano mezzo a tre ruote, mi sento come a casa e addirittura un po' viziato. La cena era prenotata a prezzo fisso e mi hanno preparato la pasta pensando che avessi bisogno di energie per recuperare e per essere pronto alle tappa successiva. Consiglio vivamente l'esperienza di soggiornare in questo Hotel.

Domani è la tappa più dura del giro, ma non sento assolutamente lo sconforto perchè il premio sarà grande, quello di riabbracciare le mie stupende bambine.

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1 commento:

  1. Ecco un'altra cosa che devo imparare, segnarmi i nomi dei luoghi che attraverso, io solitamente non ricordo non tengo a mente nessun paese, figurati poi questi nomi impronunciabili tedeschi che sembrano tutti uguali, un po' per la memoria di anziano, un po' perché forse come dici tu devo godermi alcuni passaggi.

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