23 Maggio 2016
Dopo una lunga pausa di qualche giorno, purtroppo per problemi tecnici di connessione ad internet sia miei che di Lorenzo, ripartiamo con il racconto delle avventure dei nostri due viaggiatori. Dal racconto di Lorenzo:
"Ciao ragazzi potrei sembravi un pignone, ma le cose stanno veramente così: il paese dove abbiamo pernottato non è Taranto e francamente questa sera non ne ricordo il nome. Siamo stati ospiti dei cugini di Lamberto, persone davvero ospitali , Luciano e Maria. Maria in cucina sa il fatto suo e ci ha preparato do tutto e di più, credo non sia avanzato nulla e spesso abbia fatto anche il bis. Oltre a noi si sono fermati dei loro caro amici così anche questa volta abbiamo potuto parlare dell'UGI e degli scopi che questo viaggio hanno per noi, una bella serata.
Al mattino dopo aver fatto una abbondante colazione con tutti i dolci che la sera prima non siamo riusciti a finire, siamo partiti. 12 km di discesa molto trafficata da mezzi pesanti, e prima di arrivare a Taranto ecco dall'alto l'Ilva, terribile sembrava un mostro!
Abbiamo percorso per quasi tutto il perimetro la fonderia, che è circondata da un muro altissimo, l'asfalto in quella zona è completamente rosso, impressionante, non vedevo l'ora di allontanarmi, in quel tratto di strada siamo andati fortissimo. Alle 11.05 incomincia il nostro calvario, questa tappa doveva misurare 140 km. Ma arrivati a Metaponto l'amara sorpresa, la 106 diventava tangenziale e non si.poteva percorrere, ci siamo subito informati sulle alternative, qui la sorpresa, per fare quel tratto bisognava fare l'entroterra su e giù per le colline, insomma la Basilicata non è un paese per le biciclette. Meno male che nel nostro cammino incontriamo sempre persone comprensibili.
Dopo aver girovagato per ore ci siamo ritrovati con ancora 3 km circa di 106 da percorre, riprendere le colline voleva dire altri 30 km. Abbiamo chiesto aiuto ad una pattuglia di.polizia, i nostri volti erano visibilmente sconvolti dalla fatica, gli abbiamo dato un volantino è ci siamo allontanati pronti ad affrontare altri inutili km. Ma non percorriamo neanche un km ed ecco che ci raggiunge la pattuglia, evidentemente avevano letto il volantino è così ci sono venuti ad aiutare.
Praticamente ci hanno fatto entrare in tangenziale, scortati e guidati oltre gli ottusi ostacoli. Eravamo visibilmente provati e così per evitare altri intoppi ci hanno guidato fino all'inizio della strada di servizio che corre a fianco alla 106. Poi una foto tante pacche sulle spalle e via. Già scambiati generalità e subito hanno condiviso amicizia su facebook. Al mio ritorno così come fatto nel 2013, faremo una lettera di ringraziamento a loro e al Questore.
Da li in avanti il nostro viaggio è proseguito con tante interruzioni, una foratura e la stanchezza che dopo quasi 12 ore di bici si faceva sentire. Avrei voluto cancellare la Basilicata con con la gomma. Alla fine siamo arrivati a destinazione alle 19.45. Ci attendevano in tanti. Tutto il gruppo parrocchiale un bimbo adesso in mantenimento e tante e tante emozioni."
Dopo una lunga pausa di qualche giorno, purtroppo per problemi tecnici di connessione ad internet sia miei che di Lorenzo, ripartiamo con il racconto delle avventure dei nostri due viaggiatori. Dal racconto di Lorenzo:
"Ciao ragazzi potrei sembravi un pignone, ma le cose stanno veramente così: il paese dove abbiamo pernottato non è Taranto e francamente questa sera non ne ricordo il nome. Siamo stati ospiti dei cugini di Lamberto, persone davvero ospitali , Luciano e Maria. Maria in cucina sa il fatto suo e ci ha preparato do tutto e di più, credo non sia avanzato nulla e spesso abbia fatto anche il bis. Oltre a noi si sono fermati dei loro caro amici così anche questa volta abbiamo potuto parlare dell'UGI e degli scopi che questo viaggio hanno per noi, una bella serata.
Al mattino dopo aver fatto una abbondante colazione con tutti i dolci che la sera prima non siamo riusciti a finire, siamo partiti. 12 km di discesa molto trafficata da mezzi pesanti, e prima di arrivare a Taranto ecco dall'alto l'Ilva, terribile sembrava un mostro!
Abbiamo percorso per quasi tutto il perimetro la fonderia, che è circondata da un muro altissimo, l'asfalto in quella zona è completamente rosso, impressionante, non vedevo l'ora di allontanarmi, in quel tratto di strada siamo andati fortissimo. Alle 11.05 incomincia il nostro calvario, questa tappa doveva misurare 140 km. Ma arrivati a Metaponto l'amara sorpresa, la 106 diventava tangenziale e non si.poteva percorrere, ci siamo subito informati sulle alternative, qui la sorpresa, per fare quel tratto bisognava fare l'entroterra su e giù per le colline, insomma la Basilicata non è un paese per le biciclette. Meno male che nel nostro cammino incontriamo sempre persone comprensibili.
Dopo aver girovagato per ore ci siamo ritrovati con ancora 3 km circa di 106 da percorre, riprendere le colline voleva dire altri 30 km. Abbiamo chiesto aiuto ad una pattuglia di.polizia, i nostri volti erano visibilmente sconvolti dalla fatica, gli abbiamo dato un volantino è ci siamo allontanati pronti ad affrontare altri inutili km. Ma non percorriamo neanche un km ed ecco che ci raggiunge la pattuglia, evidentemente avevano letto il volantino è così ci sono venuti ad aiutare.
Praticamente ci hanno fatto entrare in tangenziale, scortati e guidati oltre gli ottusi ostacoli. Eravamo visibilmente provati e così per evitare altri intoppi ci hanno guidato fino all'inizio della strada di servizio che corre a fianco alla 106. Poi una foto tante pacche sulle spalle e via. Già scambiati generalità e subito hanno condiviso amicizia su facebook. Al mio ritorno così come fatto nel 2013, faremo una lettera di ringraziamento a loro e al Questore.
Da li in avanti il nostro viaggio è proseguito con tante interruzioni, una foratura e la stanchezza che dopo quasi 12 ore di bici si faceva sentire. Avrei voluto cancellare la Basilicata con con la gomma. Alla fine siamo arrivati a destinazione alle 19.45. Ci attendevano in tanti. Tutto il gruppo parrocchiale un bimbo adesso in mantenimento e tante e tante emozioni."
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