Abbiamo pensato e discusso ieri sera ampiamente se concludere il giro con il Colle dell'Agnello oppure con il Monginevro, eravamo molto perplessi sull'Agnello, il risveglio ci ha reso tutto più chiaro. Un po' di pioggia, ma sopratutto la mia notte il bianco per problemi di stomaco hanno reso la decisione più facile.
Si fa L'Izoard poi si decide, ma l'opzione Monginevro sembra già la più probabile. Risveglio con pioggia, colazione alle 8.00, e rientro in camera dove i nostri asini ci aspettano, infatti ieri sera rientrando in camera dopo la cena non ci siamo accorti di un particolare, ma questa mattina ce ne accorgiamo subito. Nell'hotel le camere sono contraddistinte da animali e non da numeri e indovinate qual'era il simbolo sulla nostra camera? "2 Asini!" Le battute e le risate vengono in automatico. Dedica meritata. Siamo proprio 2 asini!
Usciamo dall'hotel per recuperare le biciclette che erano alloggiate in un casotto di legno dietro l'hotel stesso, la porta si chiude dietro di noi e i bagagli restano dentro, la porta non si apre più... Vuoi vedere che la camera e i suoi simboli erano proprio per noi? Scendiamo davanti al ristorante, facciamo segno al proprietario che ci apre sia il casotto delle bici che la porta di ingresso per il recupero bagagli.
Controlliamo le gomme, tutte gonfie! Partiamo. Una lunga discesa verso Briancon ci aspetta, circa 20 km, c'è molto vento, ma non è un vento freddo, ci sono circa 6-7 gradi e spesso lo abbiamo alle nostre spalle (per fortuna).
La discesa è veramente molto piacevole, il panorama ha una luce particolare, il sole è davanti a noi, ancora abbastanza basso e tutta l'ampia valle assume una atmosfera surreale, quasi come un quadro di un pittore.
Ci fermiamo nel centro di Briancon sia per la vestizione che per acquistare del cibo, vorremmo evitare di ritrovarci senza mangiare come sul Galibier. Facciamo a turno ovviamene, per non lasciare le bici incustodite. Dopo la scorta attachiamo subito la salita verso L'Izoard, che parte appunto da Briancon anche se questo purtroppo fa aumentare il peso del nostro carico.
Per tutta la durata della salita ci fermiamo spesso a fare foto (sopratutto Lorenzo, io sono impegnato a cercare di raggiungerlo), una esplosione di colori autunnali, davvero un bel versante, anche l'asfalto era perfetto fino in cima.
Ogni occasione è imperdibile per fare delle fotografie, questa cascatella a bordo strada attrae la nostra attenzione.
La strada è un lunghissimo serpente di velluto grigio che si muove dolcemente tra gli alberi colorati d'autunno, semplicemente splendido e impagabile.
L'aspetto che ci più ci colpisce rispetto alla giornata di ieri è il fatto che sul Galibier la vegetazione è praticamente mancante il qui panorama è ricco di piante ad alto fusto che lo rendono a nostro avviso uno dei colli più belli da noi mai scalati. Un anfiteatro naturale veramente degno di nota, forse le foto non sono sufficienti a rendere giustizia.
Notiamo che il rifugio Napoleone (sullo sfondo nella foto) è stranamente aperto, la cosa ci stupisce perché un cartello all' inizio della salita indicava che il rifugio era "fermè". Notiamo che le persone stanno mangiando fuori, c'è molto vento e non è caldissimo, non le invidiamo, meno male che abbiamo il nostro cibo al seguito.
Dopo gli ultimi spettacolari tornanti siamo in cima, la sommità del colle è contraddistinta da un obelisco davanti al quale praticamente tutti si fermano per fare le foto di rito, non ci sottraiamo di sicuro al rito e chiediamo ad un motociclista Italiano di immortalarci.
Foto in sella alla bicicletta e quasi ora di pensare alla discesa, qui il vento è micidiale. Ci ripariamo dietro ad un chioschetto di legno, dove ci cambiamo e ci mangiamo qualcosa del nostro cibo faticosamente trasportato sin quassù.
Decidiamo di scendere dallo stesso lato, non è più l'ora per poter pensare di scendere e salire per altri 1700 metri di dislivello, il rischio è di arrivare sul lato italiano dell'Agnello con il buio. Non è comunque solo discesa la strada che ci aspetta, arrivati a Briancon, per rientrare in Italia, ci attende comunque un altro colle impegnativo, il colle del Monginevro.
Non è facilmente descrivibile l'emozione della discesa dal Colle dell'Izoard, sia per il panorama, che per le curve tecniche, ma non particolarmente impegnative, ma sopratutto per le ottime condizioni dell'asfalto. Un vero divertimento e goduria.
Arrivati a Briancon, ci spogliamo di nuovo perchè ci aspetta di nuovo una lunga salita. Lo scenario appena usciti da Briancon verso il Monginevro è splendido, la vista con le fortificazioni, opere del Vauban, (iscritte sulla lista del patrimonio mondiale dell'UNESCO) lascia mozzafiato.
Irresistibile ovviamente la tentazione di fermarsi per fare foto, non siamo i soli però. A pochi metri da noi un altro cicloturista sta ammirando lo scenario e facendo fotografie. Ci avviciniamo per fare subito conoscenza, è Tom dall'Inghilterra sta girando l'Europa con la sua bicicletta da passeggio e il suo bagaglio leggero, veramente impressionante. Al suo confronto ci sentiamo stracarichi.
La salita del Monginevro pur non avendo un gran dislivello rispetto ai colli fatti nei giorni scorsi si fa sentire, primo perché ci non un po' di salite nelle gambe e poi si tratta comunque del secondo colle della giornata.
Attraversando Monginevro scopriamo almeno in due punti che la pista ciclabile è adibita a parcheggio di "Auto Francesi". Ogni mondo è paese.
Rincontriamo Tom sui prati del colle del Monginevro che si stava concedendo una pausa di relax, quando ci vede passare si sbraccia per salutarci. Scambiamo ancora 2 parole, il suo programma di viaggio prevedeTorino, poi in treno sino a Genova e poi chissà, facciamo una foto insieme e speriamo che un giorno Tom si riconrdi di noi e ci faccia un bel racconto del suo viaggio per la versione Inglese di Cuboviaggiatore.
Ci buttiamo di nuovo in discesa, si è fatto tardi e questa volta non abbiamo nessun albergo prenotato, dobbiamo cercare qualcosa per la notte. Per le biciclette la strada è riservata, si utilizza infatti il tratto vecchio della statale 24, qui le auto non passano più, fa un certo effetto, ma la sensazione è molto bella.
Appena arrivati a Cesana mentre cerchiamo la sistemazione per la notte ci attende un altro "incontro del destino", cari amici di Lorenzo, Claudia e Ivan sono a spasso con il cane per le vie della cittadina. Lorenzo è finalmente al settimo cielo ritrova in un colpo la socialità del nostro "bel paese" e un bel piatto abbondante di pasta al sugo di pomodoro. Un grazie ai carissimi Claudia e Ivan per l'ospitalità e la splendida serata.
Domani ultimi km per rientrare a casa, direi quasi tappa di trasferimetno, ma anche in questa occasione gli "incontri del destino" non si fanno attendere. Incontriamo Mauro, ricorderete protagonista della gita non programmata a Cornaley.
Il Video
Si fa L'Izoard poi si decide, ma l'opzione Monginevro sembra già la più probabile. Risveglio con pioggia, colazione alle 8.00, e rientro in camera dove i nostri asini ci aspettano, infatti ieri sera rientrando in camera dopo la cena non ci siamo accorti di un particolare, ma questa mattina ce ne accorgiamo subito. Nell'hotel le camere sono contraddistinte da animali e non da numeri e indovinate qual'era il simbolo sulla nostra camera? "2 Asini!" Le battute e le risate vengono in automatico. Dedica meritata. Siamo proprio 2 asini!
Usciamo dall'hotel per recuperare le biciclette che erano alloggiate in un casotto di legno dietro l'hotel stesso, la porta si chiude dietro di noi e i bagagli restano dentro, la porta non si apre più... Vuoi vedere che la camera e i suoi simboli erano proprio per noi? Scendiamo davanti al ristorante, facciamo segno al proprietario che ci apre sia il casotto delle bici che la porta di ingresso per il recupero bagagli.
Controlliamo le gomme, tutte gonfie! Partiamo. Una lunga discesa verso Briancon ci aspetta, circa 20 km, c'è molto vento, ma non è un vento freddo, ci sono circa 6-7 gradi e spesso lo abbiamo alle nostre spalle (per fortuna).
La discesa è veramente molto piacevole, il panorama ha una luce particolare, il sole è davanti a noi, ancora abbastanza basso e tutta l'ampia valle assume una atmosfera surreale, quasi come un quadro di un pittore.
Ci fermiamo nel centro di Briancon sia per la vestizione che per acquistare del cibo, vorremmo evitare di ritrovarci senza mangiare come sul Galibier. Facciamo a turno ovviamene, per non lasciare le bici incustodite. Dopo la scorta attachiamo subito la salita verso L'Izoard, che parte appunto da Briancon anche se questo purtroppo fa aumentare il peso del nostro carico.
Per tutta la durata della salita ci fermiamo spesso a fare foto (sopratutto Lorenzo, io sono impegnato a cercare di raggiungerlo), una esplosione di colori autunnali, davvero un bel versante, anche l'asfalto era perfetto fino in cima.
Ogni occasione è imperdibile per fare delle fotografie, questa cascatella a bordo strada attrae la nostra attenzione.
La strada è un lunghissimo serpente di velluto grigio che si muove dolcemente tra gli alberi colorati d'autunno, semplicemente splendido e impagabile.
L'aspetto che ci più ci colpisce rispetto alla giornata di ieri è il fatto che sul Galibier la vegetazione è praticamente mancante il qui panorama è ricco di piante ad alto fusto che lo rendono a nostro avviso uno dei colli più belli da noi mai scalati. Un anfiteatro naturale veramente degno di nota, forse le foto non sono sufficienti a rendere giustizia.
Notiamo che il rifugio Napoleone (sullo sfondo nella foto) è stranamente aperto, la cosa ci stupisce perché un cartello all' inizio della salita indicava che il rifugio era "fermè". Notiamo che le persone stanno mangiando fuori, c'è molto vento e non è caldissimo, non le invidiamo, meno male che abbiamo il nostro cibo al seguito.
Dopo gli ultimi spettacolari tornanti siamo in cima, la sommità del colle è contraddistinta da un obelisco davanti al quale praticamente tutti si fermano per fare le foto di rito, non ci sottraiamo di sicuro al rito e chiediamo ad un motociclista Italiano di immortalarci.
Foto in sella alla bicicletta e quasi ora di pensare alla discesa, qui il vento è micidiale. Ci ripariamo dietro ad un chioschetto di legno, dove ci cambiamo e ci mangiamo qualcosa del nostro cibo faticosamente trasportato sin quassù.
Decidiamo di scendere dallo stesso lato, non è più l'ora per poter pensare di scendere e salire per altri 1700 metri di dislivello, il rischio è di arrivare sul lato italiano dell'Agnello con il buio. Non è comunque solo discesa la strada che ci aspetta, arrivati a Briancon, per rientrare in Italia, ci attende comunque un altro colle impegnativo, il colle del Monginevro.
Non è facilmente descrivibile l'emozione della discesa dal Colle dell'Izoard, sia per il panorama, che per le curve tecniche, ma non particolarmente impegnative, ma sopratutto per le ottime condizioni dell'asfalto. Un vero divertimento e goduria.
Arrivati a Briancon, ci spogliamo di nuovo perchè ci aspetta di nuovo una lunga salita. Lo scenario appena usciti da Briancon verso il Monginevro è splendido, la vista con le fortificazioni, opere del Vauban, (iscritte sulla lista del patrimonio mondiale dell'UNESCO) lascia mozzafiato.
Irresistibile ovviamente la tentazione di fermarsi per fare foto, non siamo i soli però. A pochi metri da noi un altro cicloturista sta ammirando lo scenario e facendo fotografie. Ci avviciniamo per fare subito conoscenza, è Tom dall'Inghilterra sta girando l'Europa con la sua bicicletta da passeggio e il suo bagaglio leggero, veramente impressionante. Al suo confronto ci sentiamo stracarichi.
La salita del Monginevro pur non avendo un gran dislivello rispetto ai colli fatti nei giorni scorsi si fa sentire, primo perché ci non un po' di salite nelle gambe e poi si tratta comunque del secondo colle della giornata.
Attraversando Monginevro scopriamo almeno in due punti che la pista ciclabile è adibita a parcheggio di "Auto Francesi". Ogni mondo è paese.
Rincontriamo Tom sui prati del colle del Monginevro che si stava concedendo una pausa di relax, quando ci vede passare si sbraccia per salutarci. Scambiamo ancora 2 parole, il suo programma di viaggio prevedeTorino, poi in treno sino a Genova e poi chissà, facciamo una foto insieme e speriamo che un giorno Tom si riconrdi di noi e ci faccia un bel racconto del suo viaggio per la versione Inglese di Cuboviaggiatore.
Ci buttiamo di nuovo in discesa, si è fatto tardi e questa volta non abbiamo nessun albergo prenotato, dobbiamo cercare qualcosa per la notte. Per le biciclette la strada è riservata, si utilizza infatti il tratto vecchio della statale 24, qui le auto non passano più, fa un certo effetto, ma la sensazione è molto bella.
Appena arrivati a Cesana mentre cerchiamo la sistemazione per la notte ci attende un altro "incontro del destino", cari amici di Lorenzo, Claudia e Ivan sono a spasso con il cane per le vie della cittadina. Lorenzo è finalmente al settimo cielo ritrova in un colpo la socialità del nostro "bel paese" e un bel piatto abbondante di pasta al sugo di pomodoro. Un grazie ai carissimi Claudia e Ivan per l'ospitalità e la splendida serata.
Domani ultimi km per rientrare a casa, direi quasi tappa di trasferimetno, ma anche in questa occasione gli "incontri del destino" non si fanno attendere. Incontriamo Mauro, ricorderete protagonista della gita non programmata a Cornaley.
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