Cosa c'è di meglio quando iniziano ad arrivare i primi caldi di un week end al mare? Lavagna non è soltanto un importante accessorio per la didattica dei ragazzi ma è una piccola e ridente cittadina di mare della Ligure di ponente, che si trova esattamente tra Chiavari e Sestri Levante. Lavagna è la nostra destinazione per il relax balneare e, speranzosamente, ciclabile primaverile. Purtroppo, la partenza dalla città è stata un po' frettolosa e burrascosa e ci ha impedito di prepararci come si deve per portarci le bici al seguito di conseguenza, appena arrivati, abbiamo subito cercato una soluzione per il noleggio biciclette per rendere più piacevoli e agevoli i nostri spostamenti.
L'albergatore molto gentile ci propone (peraltro l'unico in zona) un noleggio biciclette nella zona del porto, area tra l'altro molto carina, molte barche sono attraccate qui per rimessaggio invernale, e se ne vedono veramente di belle. Arriviamo finalmente al negozio del noleggio e notiamo purtroppo che è chiuso, ma non ci perdiamo d'animo, c'è un numero di telefono sulla porta, chiamiamo e ci risponde il gestore del noleggio che si dimostra da subito disponibile e gentile, ci dice che sarà disponibile ad aprire e a darci le biciclette in 5 minuti. Approfittiamo dell'attesa per farci un giro e vedere un po' di barche ormeggiate. Puntuale come promesso il gestore dopo 5 minuti arriva e ci propone delle simpatiche biciclette di colore verde acqua senza cambio, ma con cestino e portapacchi. Si fa due chiacchere, persona piacevole e disponibile a darci utili informazioni e scopriamo che diversamente dalle aspettative per fare una passeggiata tranquilla in famiglia le disponibilità di piste ciclabili non è così ampia come da aspettative, si può andare o a Sestri Levante oppure a Chiavari, ma non oltre perché si devono affrontare salite impegnative che non sono proprio fattibili considerando il tipo di bicicletta e il tipo di gita prevista. Ci racconta anche di molte difficoltà e di varie gallerie, che lui ha addirittura paura a percorrere con lo scooter. I racconti ci fanno desistere da qualsiasi altra impresa oltre che raggiungere Sestri Levante. Partiamo dalla Marina di Lavagna, dove effettivamente pedalare è molto piacevole, non ci sono auto e tutti si muovono in bicicletta, finita la marina si esce attraverso un comodo tornello (mi chiedo se avessi avuto un'altra bici, del tipo con tubo orizzontale, se fossi riuscito lo stesso a passare...) e si sale sul lungomare, dove la pista ciclabile in alcuni tratti è accennata, in alcuni tratti è più evidente, anche se ben ricoperta da uno strato di fastidiossimo ghiaino, in ogni caso qui la pista ciclabile è abbastanza inutile in quanto il lungomare, almeno oggi poco frequentato, permette di passeggiare in assoluta tranquillità e senza ghiaia, lontano dalle auto e di fianco al mare.
Finito il lungomare però purtroppo la situazione si complica e le cose iniziano a farsi difficili. Il lungomare finisce infatti con un bel discesone pietroso diritto sulla sabbia e sulla pietre della spiaggia. Provo a perlustrare a piedi se di li a pochi metri c'è un sottopassaggio per arrivare all'Aurelia, ma non riesco a trovare nulla... solo scale. Si torna quindi indietro di circa 700 mt fino all'ultimo sottopassaggio che avevamo speranzosamente superato pensando di poter fruttare il lungomare sino al limite delle sue potenzialità. Prendiamo il sottopasso e ci troviamo al lato opposto dell'Aurelia in un parcheggio, dobbiamo quindi attraversare l'Aurelia per tornare sul lato destro della strada. Pedalare sull'Aurelia non è tipicamente noto come una delle cose più piacevoli del mondo, strada stretta, trafficatissima e con tanti pericoli affioranti sul lato destro (buche, auto mal parcheggiate, fermate del pullman etc...). Ad un certo punto l'Aurelia smette di costeggiare il mare e inizia salire, le biciclette non proprio adatte alla salita, ma si può fare, non è particolarmente impegnativa e ripida.
Da Google Street Map |
In questo punto mi fermo a spogliarmi, inizia a fare caldo, alla mia destra incontro un signore a cui accenno un leggero disappunto per la mancanza di protezioni per i ciclisti e questo signore mi dice "Qui le piste ciclabili le fanno dove non servono", frase che mi ha dato molto da riflettere. Si sale e ad un certo punto notiamo una protezione, c'è uno spazio tra il guardrail e la fine carreggiata un camminamento stretto stretto ma percorribile in bici e protetto, decidiamo di prenderlo non fa male un po' di protezione, ci accorgiamo però presto che questa protezione è l'anticamera di un quasi inferno. Infatti qui la strada attraversa praticamente una montagna a strapiombo sul mare e si finisce in una galleria da incubo. Strada stretta supertrafficata e in galleria... qui sì che ci sarebbe stato bisogno di una pista ciclabile, penso a quanto aveva ragione il signore appena incontrato.
Il passaggio sul mini-marciapiede a fianco della strada è veramente un
incubo, si rischia in ogni momento di toccare il manubrio e di cadere
con conseguente asfaltatura da parte del primo veicolo di passaggio ...
ogni tanto si incontra anche qualche temerario fare jogging in questa
"silenziosissima" galleria (ovviamente il rimbombo di auto, camion e moto è
assordante, che bel week end di relax). Riusciamo finalmente ad uscire
vivi da questo tunnel stira ciclisti e ad aspettarci c'è il Lungomare di
Sestri. Vediamo dei lavori che sembrano quasi accennare un inizio di pista ciclabile esterna alla galleria, ma ci diranno poi che sono dei lavori che nulla centrano con le piste ciclabili.
In prossimità della parte centrale di Sestri ironia della sorte cosa troviamo? una stupenda ciclabile con addirittura la pavimentazione colorata di rosso come il tappeto dei vip, bella sì, utile a dividere i camminatori dai pedalatori e a fornire uno scintillante e invidiabile arredo urbano, ma sicuramente meno utile di quanto sarebbe stata utile una ciclabile per evitare quella galleria da incubo. Passiamo la giornata a Sestri Levante gustandoci la stupenda Baia del silenzio, e un rilassante bagno in spiaggia, viviamo però tutta la giornata con il pensiero fisso del ritorno e la galleria da incubo che ci aspetta per rientrare.
Peccato volevo passare da li senza fare su e giù per le colline liguri
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