Questa mattina il cielo è velato e fa freddo, esco presto per dirigermi presso la lavanderia a ritirare le divise, ma alla fine la gentilissima Signora Tamara, mi chiama e mi porta le divise in albergo.
Partiamo con una temperatura di 8 gradi, l'aria è davvero fredda, siamo tutti e tre abbastanza taciturni, dobbiamo ancora carburare, man mano la stanchezza lascia questi segni, ci dirigiamo su Oristano, un giro veloce, c'è traffico, giusto una foto alla torre della piazza centrale, da dove partono le vie per lo Shopping, io e Maria l'abbiamo visitata l'anno scorso.
Proseguiamo in direzione Cabras, cerchiamo di stare a sinistra dello stagno, per vedere ancora qualche Fenicottero, ma oggi non siamo fortunati, il grigio del cielo non colora la natura che ci circonda e come se anche lei senta l'effetto cupo del cielo.
Tanta campagna, cominciamo a vedere qualche vigna, distese di campi di carciofi, successivamente Renato mi dirà che questi non verranno più raccolti perché ormai duri.
Passiamo davanti ad un casolare, c'è un cartello scritto con la vernice: "Vendo formaggio fiore Sardo", ci fermiamo, l'anziano pastore ci fa assaggiare il pecorino, ne prendiamo un kg, ci servirà per gli spuntini.
In questa zona le strade sono lunghi rettilinei, svoltiamo sulla strada che ci porterà sul mare e a destinazione. Si comincia a salire, comincia anche il Maestrale, fortunatamente è poco intenso.
Chiamo Renato, ci verrà incontro in bicicletta, prendiamo accordi su dove trovarci. Intorno alle 12 siamo a Sarchittu, un tempo cittadina di pescatori, qui la costa comincia ad assumere forme caratteristiche simili alle scogliere di Balai "Porto Torres".
Forme disegnate dal Maestrale che da queste parti comincia già ad essere pieno. Giorgio e Tom si fermano a mangiare qualcosa, io approfitto della sosta e mi dirigo sulla bella passeggiata che porta sulla scogliera.
Qui l'acqua ha creato un arco naturale, bellissimo, a giudicare dal nome del paesino, credo che l'arco sia li da millenni, la conformazione di quel pezzo di costa e i vari grandi scogli che riparano dal vento, hanno creato insenature naturali, alcune con piccole lingue di sabbia, credo che fino a Marina di Magomadas, non ci siano spiagge accessibili, ma solo scogliere.
Si riparte, a Santa Caterina incontriamo Renato, ci porta a visitare la Torre Saracena, Renato oltre a che essere Sardo ama e conosce la Sardegna, è informato e preciso nelle sue spiegazioni. Foto e poi via direzione Magomadas.
La strada è terribile, poco traffico, ma questi lunghi e interminabili rettilinei che salgono dolcemente ti sfiancano, quando pensi che sia finito, alzi lo sguardo e ne comincia un altro. Davvero duri, ma ci porteranno in quota.
Cerco di stare con Renato, faccio un sacco di domande, mi documento per poi riportare più informazioni sui luoghi che visitiamo. Arriviamo a Cuglieri, un bel paese che si inerpica su per la costa, in questa zona tanti ulivi, Renato si ferma con i ragazzi.
Mi dirigo verso la Basilica di Santa Maria ad Nives, " Madonna della Neve", si trova nel punto più alto del paese e per arrivarci c'è una salita su ciottolato tipo via Crucis che mi stronca le gambe, torno giù abbastanza provato.
L'aria continua ad essere fredda. Eccoci a Magomadas, a sprazzi esce un pallido sole che ci riscalda. Mavi, ci ha accolto e preparato i letti, come sempre la loro ospitalità non ha eguali, Renato fa gli onori di casa, dal suo raccontare a Giorgio e Tom si percepisce l'orgoglio per quello che ha realizzato.
Giorgio e Tom erano entusiasti, la casa è davvero bella, la sua posizione incantevole, una terrazza sul mare.
Una doccia veloce, Renato ci porta a visitare Tinnura, il paese dei Murales, molto belli, raccontano un po' la storia e la vita del paese stesso.
Le spiegazioni di Renato sono davvero esaudienti, mi dice che il merito della rinascita di Tinnura va a un Sindaco, che ha avuto l'idea di fare concorsi muralisti a tema.
Molti di questi murales, sono stati realizzati da Pina Monne artista muralista di Irgoli che da anni vive a Tinnura.
Pina Monne è un'amica di Renato e Mavi e ha fatto decorazioni anche nella loro casa, la più bella quella che Renato ha voluto dedicare a sua madre, una composizione comprensibile ma la spiegazione di Renato ci ha emozionati.
Adesso il paesino è visitato da molti turisti, i murales meritano tutta la nostra attenzione.
Tornando verso Magomadas, passiamo da Flussio, il paese delle ceste di Asfodelo, una pianta a semifoglia larga che si trova in questa macchia mediterranea.
Non vi spiego il procedimento di lavorazione di queste foglie, anche per non annoiarvi, lungo la strada principale del Paese, c'è ancora un artigiano che produce questi cesti, ci fermiamo per fare una foto.
Renato ci mette fretta, vorrebbe farci vedere ancora un sacco di cose, ma il tempo scorre, ci aspetta Luciano nel suo laboratorio cantina. Luciano l'ho conosciuto in occasione di una mia precedente visita a Renato e Mavi, anche lui ama la sua terra, scrupoloso in tutte le sue attività coltivazioni, innesti, miele e alla produzione di piccole quantità vino ad uso personale e sottolineo Amici.
Con i suoi esperimenti riesce a creare e ricreare dei vini tradizionali, e a rimettere in luce antiche e rare viticulture della zona. Arriviamo puntuali, ci fa accomodare e comincia a farci assaggiare un passito di due soli anni d'invecchiamento, solo a pensarci mi torna in bocca il sapore e il suo profumo.
"Tanta Roba" è stata l'esclamazione di Tom, naturalmente seguono altri assaggi, ma io sono già cotto dal primo, per allontanarci, siamo dovuti scappare, ancora qualche minuto e avrebbe tirato fuori da mangiare, loro li chiamano spuntini. "SPETTACOLO" Questo è Luciano! Mavi ci aspetta per andare a cena, ci lasciamo guidare dalle loro scelte, ristorante e menù. Una cucina di alta qualità, cibi classici cucinati e serviti con abbinamenti a me sconosciuti, poi un assaggio di un tipo di anemone di mare fritto in pastella, come dice Tom: "Tanta Roba"! Un'altra bella serata, l'ultima per noi. Domani l'ultima tappa, le previsioni dicono pioggia al mattino. Renato ci accompagnerà in bicicletta fino a metà strada.
Partiamo con una temperatura di 8 gradi, l'aria è davvero fredda, siamo tutti e tre abbastanza taciturni, dobbiamo ancora carburare, man mano la stanchezza lascia questi segni, ci dirigiamo su Oristano, un giro veloce, c'è traffico, giusto una foto alla torre della piazza centrale, da dove partono le vie per lo Shopping, io e Maria l'abbiamo visitata l'anno scorso.
Proseguiamo in direzione Cabras, cerchiamo di stare a sinistra dello stagno, per vedere ancora qualche Fenicottero, ma oggi non siamo fortunati, il grigio del cielo non colora la natura che ci circonda e come se anche lei senta l'effetto cupo del cielo.
Tanta campagna, cominciamo a vedere qualche vigna, distese di campi di carciofi, successivamente Renato mi dirà che questi non verranno più raccolti perché ormai duri.
Passiamo davanti ad un casolare, c'è un cartello scritto con la vernice: "Vendo formaggio fiore Sardo", ci fermiamo, l'anziano pastore ci fa assaggiare il pecorino, ne prendiamo un kg, ci servirà per gli spuntini.
In questa zona le strade sono lunghi rettilinei, svoltiamo sulla strada che ci porterà sul mare e a destinazione. Si comincia a salire, comincia anche il Maestrale, fortunatamente è poco intenso.
Chiamo Renato, ci verrà incontro in bicicletta, prendiamo accordi su dove trovarci. Intorno alle 12 siamo a Sarchittu, un tempo cittadina di pescatori, qui la costa comincia ad assumere forme caratteristiche simili alle scogliere di Balai "Porto Torres".
Forme disegnate dal Maestrale che da queste parti comincia già ad essere pieno. Giorgio e Tom si fermano a mangiare qualcosa, io approfitto della sosta e mi dirigo sulla bella passeggiata che porta sulla scogliera.
Qui l'acqua ha creato un arco naturale, bellissimo, a giudicare dal nome del paesino, credo che l'arco sia li da millenni, la conformazione di quel pezzo di costa e i vari grandi scogli che riparano dal vento, hanno creato insenature naturali, alcune con piccole lingue di sabbia, credo che fino a Marina di Magomadas, non ci siano spiagge accessibili, ma solo scogliere.
Si riparte, a Santa Caterina incontriamo Renato, ci porta a visitare la Torre Saracena, Renato oltre a che essere Sardo ama e conosce la Sardegna, è informato e preciso nelle sue spiegazioni. Foto e poi via direzione Magomadas.
La strada è terribile, poco traffico, ma questi lunghi e interminabili rettilinei che salgono dolcemente ti sfiancano, quando pensi che sia finito, alzi lo sguardo e ne comincia un altro. Davvero duri, ma ci porteranno in quota.
Cerco di stare con Renato, faccio un sacco di domande, mi documento per poi riportare più informazioni sui luoghi che visitiamo. Arriviamo a Cuglieri, un bel paese che si inerpica su per la costa, in questa zona tanti ulivi, Renato si ferma con i ragazzi.
Mi dirigo verso la Basilica di Santa Maria ad Nives, " Madonna della Neve", si trova nel punto più alto del paese e per arrivarci c'è una salita su ciottolato tipo via Crucis che mi stronca le gambe, torno giù abbastanza provato.
L'aria continua ad essere fredda. Eccoci a Magomadas, a sprazzi esce un pallido sole che ci riscalda. Mavi, ci ha accolto e preparato i letti, come sempre la loro ospitalità non ha eguali, Renato fa gli onori di casa, dal suo raccontare a Giorgio e Tom si percepisce l'orgoglio per quello che ha realizzato.
Giorgio e Tom erano entusiasti, la casa è davvero bella, la sua posizione incantevole, una terrazza sul mare.
Una doccia veloce, Renato ci porta a visitare Tinnura, il paese dei Murales, molto belli, raccontano un po' la storia e la vita del paese stesso.
Le spiegazioni di Renato sono davvero esaudienti, mi dice che il merito della rinascita di Tinnura va a un Sindaco, che ha avuto l'idea di fare concorsi muralisti a tema.
Molti di questi murales, sono stati realizzati da Pina Monne artista muralista di Irgoli che da anni vive a Tinnura.
Pina Monne è un'amica di Renato e Mavi e ha fatto decorazioni anche nella loro casa, la più bella quella che Renato ha voluto dedicare a sua madre, una composizione comprensibile ma la spiegazione di Renato ci ha emozionati.
Adesso il paesino è visitato da molti turisti, i murales meritano tutta la nostra attenzione.
Tornando verso Magomadas, passiamo da Flussio, il paese delle ceste di Asfodelo, una pianta a semifoglia larga che si trova in questa macchia mediterranea.
Non vi spiego il procedimento di lavorazione di queste foglie, anche per non annoiarvi, lungo la strada principale del Paese, c'è ancora un artigiano che produce questi cesti, ci fermiamo per fare una foto.
Renato ci mette fretta, vorrebbe farci vedere ancora un sacco di cose, ma il tempo scorre, ci aspetta Luciano nel suo laboratorio cantina. Luciano l'ho conosciuto in occasione di una mia precedente visita a Renato e Mavi, anche lui ama la sua terra, scrupoloso in tutte le sue attività coltivazioni, innesti, miele e alla produzione di piccole quantità vino ad uso personale e sottolineo Amici.
Con i suoi esperimenti riesce a creare e ricreare dei vini tradizionali, e a rimettere in luce antiche e rare viticulture della zona. Arriviamo puntuali, ci fa accomodare e comincia a farci assaggiare un passito di due soli anni d'invecchiamento, solo a pensarci mi torna in bocca il sapore e il suo profumo.
"Tanta Roba" è stata l'esclamazione di Tom, naturalmente seguono altri assaggi, ma io sono già cotto dal primo, per allontanarci, siamo dovuti scappare, ancora qualche minuto e avrebbe tirato fuori da mangiare, loro li chiamano spuntini. "SPETTACOLO" Questo è Luciano! Mavi ci aspetta per andare a cena, ci lasciamo guidare dalle loro scelte, ristorante e menù. Una cucina di alta qualità, cibi classici cucinati e serviti con abbinamenti a me sconosciuti, poi un assaggio di un tipo di anemone di mare fritto in pastella, come dice Tom: "Tanta Roba"! Un'altra bella serata, l'ultima per noi. Domani l'ultima tappa, le previsioni dicono pioggia al mattino. Renato ci accompagnerà in bicicletta fino a metà strada.
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